Schermata 2025 01 08 Alle 23.28.08
pensa forse sei
Problemi di coppia

Sono psicologo da oltre 15 anni e, credetemi, ne ho viste di tutti i colori quando si parla di litigi di coppia. Dalle battaglie epiche per il tubetto del dentifricio schiacciato nel punto sbagliato, alle guerre fredde sul “chi deve buttare la spazzatura”, fino ai drammi shakespeariani sul “perché non mi ascolti mai quando parlo”.

Ma oggi voglio condividere con voi qualcosa di diverso: una guida irriverente ma tremendamente seria su come litigare bene. Sì, avete capito bene: litigare BENE. Perché litigare non è solo inevitabile, è necessario. E se proprio dobbiamo farlo (spoiler: dobbiamo), tanto vale farlo come si deve.

Prima regola del Fight Club di coppia: Il timing è tutto

Sapete qual è il momento migliore per iniziare una discussione seria con il partner? No, non è quando sta guardando la finale dei Mondiali. E nemmeno quando è al telefono con sua madre. E decisamente non quando sta cercando di capire perché il computer non funziona.

Il momento giusto è quando entrambi siete relativamente riposati, non troppo affamati (mai sottovalutare l’effetto della fame sulla razionalità), e avete del tempo da dedicare alla discussione. In pratica, questo esclude il 90% delle vostre giornate, lo so. Ma fidatevi: meglio rimandare che ritrovarsi in una guerra termonucleare solo perché uno dei due aveva la glicemia bassa.

La tecnica del “sandwich emotivo”

Ho inventato io questa tecnica. O forse l’ho letta da qualche parte. O forse l’ho sognata. Comunque funziona così: iniziate con qualcosa di positivo, inserite la critica nel mezzo, e chiudete con un altro elemento positivo. È come un sandwich: il pane è buono, il ripieno può essere indigesto, ma nel complesso resta commestibile.

Esempio pratico: “Amore, apprezzo molto come ti prendi cura della casa (pane superiore). Però quando lasci i calzini sporchi sul divano mi fai venire voglia di usarli per soffocarti nel sonno (ripieno piccante). Ma sei così bravo a fare i massaggi che ti perdono sempre tutto (pane inferiore).”

L’arte di non dire “sempre” e “mai”

“Tu non mi ascolti MAI!” “Tu SEMPRE pensi solo a te stesso!”

Queste frasi sono come le armi di distruzione di massa nei conflitti di coppia. Prima di tutto, sono statisticamente improbabili. A meno che il vostro partner non sia un robot malfunzionante, è impossibile che non vi abbia MAI ascoltato o che pensi SEMPRE solo a sé stesso. E poi, usare questi termini assoluti è come lanciare un guanto di sfida: il partner si sentirà immediatamente in dovere di trovare anche una sola eccezione per smontare la vostra accusa.

Invece di dire “non mi ascolti mai”, provate con “negli ultimi giorni ho notato che sei stato un po’ distratto quando ti parlavo”. È meno drammatico? Sì. Meno efficace? No. Più preciso? Assolutamente.

Il metodo del “riavvolgimento mentale”

Prima di esplodere come un vulcano di rabbia, fate un esercizio che chiamo “riavvolgimento mentale”. Funziona così: prima di dire quella cosa terribilmente cattiva che vi sta sulla punta della lingua, fate un respiro profondo e chiedetevi: “Se fossi in una serie TV e potessi riavvolgere questa scena tra 10 minuti, vorrei comunque aver detto questa cosa?”

La risposta è quasi sempre no. Perché? Perché le parole sono come il dentifricio: una volta uscite dal tubetto, è impossibile rimetterle dentro. E sì, lo so che è una metafora banale, ma funziona, no?

La regola del “non coinvolgere terze parti”

Ho visto coppie trasformare piccoli disaccordi in drammi degni di “Game of Thrones”, coinvolgendo amici, parenti, vicini di casa e persino il gatto nella loro discussione. Non fatelo. Mai. Il vostro litigio è come la vostra password bancaria: deve rimanere tra voi due.

Quando coinvolgete altre persone, state essenzialmente creando una giuria popolare per il vostro processo domestico. E indovinate un po’? Nessuno vincerà mai veramente, ma tutti avranno un’opinione da esprimere. Per sempre.

L’importanza di litigare nudi (metaforicamente parlando)

No, non sto suggerendo di spogliarvi durante ogni discussione (anche se potrebbe essere una strategia interessante per alcune coppie). Parlo di essere emotivamente nudi: onesti, vulnerabili, autentici.

Invece di nascondervi dietro accuse e recriminazioni, provate a esprimere come vi sentite veramente. “Mi sono sentito ferito quando…” è molto più efficace di “Sei un insensibile!”. “Ho paura che…” funziona meglio di “Non ti importa niente di me!”.

La tecnica del “problema condiviso”

Uno dei più grandi errori che vedo fare alle coppie è considerare ogni litigio come una battaglia tra due opposte fazioni. In realtà, dovreste vedere ogni conflitto come un problema da risolvere insieme.

Non è “io contro te”, ma “noi contro il problema”. È come se foste due detective che cercano di risolvere lo stesso caso, non due pugili sul ring. Anche se, ammettiamolo, a volte la tentazione di usare un uppercut emotivo è forte.

Il potere del silenzio strategico

A volte, la cosa migliore da dire è… niente. Non sto parlando del famoso “muro di silenzio” passivo-aggressivo che tanto amano alcuni (sapete chi siete). Parlo di quei momenti in cui fate un respiro profondo e vi prendete il tempo di processare le vostre emozioni prima di rispondere.

È come quando state per pubblicare un post arrabbiato sui social media: meglio aspettare cinque minuti e rileggere. Solo che in questo caso, invece di evitare figuracce pubbliche, state salvando la vostra relazione.

L’arte del compromesso creativo

Il compromesso non deve essere per forza noioso o frustrante. Potete essere creativi! Se lui vuole andare al cinema e lei vuole andare a cena fuori, invece di fare “una volta uno, una volta l’altro”, perché non inventare una terza opzione? Magari un picnic notturno con film proiettato su un lenzuolo in giardino?

Ok, forse questo esempio è un po’ estremo (e meteorologicamente dipendente), ma capite il concetto: pensate fuori dagli schemi!

La regola delle 48 ore

Se dopo 48 ore state ancora litigando per la stessa cosa, probabilmente non state litigando per quella cosa. Mi spiego meglio: se dopo due giorni state ancora discutendo su chi doveva comprare il latte, probabilmente il vero problema è più profondo. Forse riguarda la distribuzione delle responsabilità, o il sentirsi dati per scontati, o la comunicazione in generale.

In questi casi, è il momento di fare un passo indietro e chiedersi: “Di cosa stiamo veramente discutendo qui?”

L’importanza dell’umorismo (usato con saggezza)

L’umorismo può essere un ottimo strumento per sdrammatizzare una situazione tesa. Ma attenzione: deve essere usato con saggezza. Una battuta nel momento sbagliato può trasformare una discussione civile in una guerra fredda che farebbe sembrare quella tra USA e URSS una festa di compleanno.

La regola d’oro è: usate l’umorismo per alleggerire la tensione, non per sminuire i sentimenti dell’altro.

Conclusioni: L’arte del litigio costruttivo

Dopo anni di osservazione sul campo (e qualche battaglia personale), posso dirvi con certezza che litigare bene è un’arte. Come tutte le arti, richiede pratica, pazienza e la volontà di migliorare costantemente.

Non aspettatevi di diventare esperti dopo aver letto questo articolo. Ci vorranno tentativi, errori, probabilmente qualche piatto rotto (metaforicamente parlando, spero) e tanta, tanta pazienza. Ma ne vale la pena.

Perché alla fine, un litigio ben gestito può rafforzare una relazione più di mille momenti felici. È come un allenamento per i muscoli emotivi della coppia: fa male sul momento, ma vi rende più forti.

E ricordate: se state leggendo questo articolo insieme al vostro partner e state già litigando su chi dei due ha più bisogno di seguire questi consigli, beh… probabilmente avete entrambi ragione.

P.S. Se dopo aver letto tutto questo state ancora litigando come prima, non preoccupatevi: c’è sempre la terapia di coppia. E sì, accetto nuovi pazienti. Ma questa è un’altra storia…

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