Avete presente quando si dice “i genitori amano tutti i figli allo stesso modo”? Beh, la scienza ha qualcosa da dire in proposito (e non è esattamente quello che ci piacerebbe sentire). Un affascinante studio pubblicato a gennaio 2025 dall’American Psychological Association ha fatto luce su questa delicata dinamica familiare, confermando ciò che molti di noi hanno sempre sospettato: il favoritismo genitoriale esiste, ed è più complesso di quanto pensiamo.
La meta-analisi intitolata “Parents Favor Daughters: A Meta-Analysis of Gender and Other Predictors of Parental Differential Treatment” esplora come i genitori tendano a mostrare favoritismo nei confronti delle figlie e dei bambini con tratti di personalità specifici, come la responsabilità e l’affidabilità. Condotta da Alexander Jensen e McKell Jorgensen-Wells, la ricerca ha analizzato 30 studi precedenti con un campione totale di quasi 20.000 partecipanti.
Risultati principali:
- Favoritismo verso le figlie: I risultati indicano che sia le madri che i padri tendono a favorire le figlie rispetto ai figli maschi, contrariamente all’idea preconcetta che i padri preferiscano i figli maschi1.
- Tratti di personalità: I bambini che mostrano tratti di personalità come la coscienziosità e l’amabilità ricevono un trattamento più favorevole. Questi tratti sono associati a una minore conflittualità con i genitori e a un maggiore supporto2.
- Ordine di nascita: Sebbene i genitori tendano a concedere maggiore autonomia ai figli maggiori, i figli più giovani ricevono generalmente più attenzioni e risorse
Non è solo una questione di cuore
Pensate al favoritismo genitoriale come a una ricetta di cucina: gli ingredienti sono tanti e non sempre ovvi. Lo studio, che ha coinvolto quasi 19.000 persone (praticamente una piccola città!), ha rivelato che i genitori tendono a mostrare preferenze basate su caratteristiche specifiche dei figli. È un po’ come quando al ristorante ordiniamo sempre lo stesso piatto: non è che gli altri siano cattivi, ma quello ci mette a nostro agio!
Gli ingredienti del favoritismo:
- Il carattere del figlio (più è ordinato e “facile da gestire”, più probabilità ha di essere il preferito)
- L’ordine di nascita (i primogeniti spesso hanno più autonomia, un po’ come beta tester della famiglia!)
- Il genere (le figlie femmine tendono a ricevere un trattamento più favorevole)
- La “chimica” emotiva (alcuni figli sembrano naturalmente più sintonizzati con un genitore)
Non è una questione di fortuna (o sfortuna)
Dimenticatevi i luoghi comuni! Non è vero che il più piccolo è sempre il cocco di mamma, né che il primogenito ha la strada spianata. La realtà, come spesso accade, è molto più sfumata (e interessante!).
Chi ha più probabilità di essere il “prescelto”?
- Le figlie femmine (sorpresa: sia mamme che papà mostrano questa tendenza!)
- I figli più coscienziosi e responsabili
- Chi ha un carattere più “gestibile” (pensate a quel fratello che non ha mai fatto impazzire i genitori con le sue bizze)
- I più organizzati (quelli che non dovevi ricordargli tre volte di rifare il letto)
Le manifestazioni del favoritismo: un menu variegato
Secondo il professor Alexander Jensen della Brigham Young University, principale autore dello studio, i genitori possono mostrare preferenze in modi sorprendentemente diversi:
- Nel tipo di interazioni quotidiane
- Nelle risorse economiche investite
- Nel livello di controllo esercitato
- Nell’autonomia concessa
La sorpresa dell’estroverso
Ecco un colpo di scena: essere estroversi non garantisce un posto speciale nel cuore dei genitori! Come nota Jensen, “Gli americani sembrano apprezzare particolarmente le persone estroverse, ma all’interno delle famiglie questo potrebbe avere meno importanza”. È un po’ come scoprire che essere il più popolare a scuola non ti garantisce privilegi extra a casa!
L’ordine di nascita: una questione di maturità
I fratelli maggiori spesso ricevono più autonomia, ma non per favoritismo: secondo lo studio, è principalmente una questione di maturità. È come quando al ristorante lasci ordinare un cocktail al fratello maggiorenne mentre tu ancora devi accontentarti della coca-cola!
Le conseguenze: non è un gioco senza prezzo
Il professor Jensen sottolinea un aspetto cruciale: i fratelli che ricevono un trattamento meno favorevole tendono a sviluppare:
- Una salute mentale più fragile
- Relazioni familiari più tese
- Maggiori difficoltà nella regolazione emotiva
Consigli per genitori consapevoli
Come possiamo usare queste informazioni per essere genitori migliori? Ecco alcuni suggerimenti basati sulla ricerca:
- Monitorate attivamente le vostre interazioni con ciascun figlio
- Riconoscete i vostri potenziali pregiudizi inconsci
- Impegnatevi per un trattamento equo (anche se non necessariamente identico)
- Create momenti speciali individuali con ogni figlio
- Evitate i paragoni diretti tra fratelli
Le conseguenze: non è un gioco a somma zero
Ma attenzione: essere il “figlio preferito” non è tutto oro quello che luccica. È un po’ come essere il primo della classe: sembra fantastico finché non ti rendi conto che tutti si aspettano sempre il massimo da te!
Per i preferiti:
- Maggiore pressione per mantenere gli standard
- Sensi di colpa verso i fratelli
- Ansia da prestazione
- Difficoltà a gestire i fallimenti
Per i “meno preferiti”:
- Maggiore tendenza a comportamenti ribelli
- Sfide nella regolazione emotiva
- Possibili difficoltà nelle relazioni future
- Rischio di allontanamento familiare
La prospettiva evolutiva: un nuovo sguardo
Interessante notare come studi in campo evolutivo suggeriscono che il favoritismo potrebbe avere radici ancestrali. Nelle società primitive, i genitori potrebbero aver investito più risorse nei figli che mostravano maggiori probabilità di sopravvivenza e successo. È come se il nostro cervello “primitivo” stesse ancora giocando a questo antico gioco di probabilità!
In tempi antichi, i genitori dovevano prendere decisioni strategiche riguardo a come investire le loro risorse (tempo, cibo, protezione) per garantire la sopravvivenza della prole. I figli che mostravano caratteristiche favorevoli, come la salute robusta o abilità particolari, potevano essere percepiti come più promettenti per la sopravvivenza e il successo all’interno del gruppo sociale.
Le caratteristiche che influenzano questo favoritismo possono includere:
- Salute fisica: I bambini più sani potrebbero ricevere più attenzione e risorse.
- Capacità sociali: I bambini con abilità sociali superiori potrebbero essere favoriti per il loro potenziale di formare alleanze e contribuire al gruppo.
- Genere: In alcune culture, il genere può influenzare il favoritismo, con i genitori che investono di più nei figli maschi o femmine a seconda delle norme culturali.
Strategie per genitori consapevoli
La genitorialità è un po’ come dirigere un’orchestra dove ogni musicista ha il suo strumento unico. Ecco come mantenere l’armonia familiare (senza che nessuno stoni!):
- Praticate la “consapevolezza genitoriale” È come tenere un diario della spesa emotivo: monitorate quanto “tempo di qualità” spendete con ciascun figlio. Se vi accorgete di aver passato tre serate di fila ad aiutare la maggiore con i compiti di matematica, forse è il momento di dedicare un po’ di attenzione extra al piccolo di casa!
- Create momenti speciali individuali Pensatela come una “data night” con ciascun figlio. Magari il sabato mattina fate colazione fuori con uno, mentre il mercoledì pomeriggio è il momento della partita a basket con l’altro. Il segreto? La regolarità conta più della durata (proprio come annaffiare le piante: meglio poco ma spesso!).
- Mettete al bando i paragoni I confronti tra fratelli sono come il latte scaduto nel frigo: anche se sembra innocuo, è meglio buttarlo via! Persino quelli apparentemente positivi (“Guarda che bravo tuo fratello a riordinare la camera!”) possono lasciare un retrogusto amaro.
- Trasparenza nelle decisioni Spiegate il perché delle vostre scelte come se steste condividendo la ricetta del vostro piatto migliore: tutti gli ingredienti, nessun segreto. “Marco oggi può stare sveglio mezz’ora in più perché domani non ha scuola, ma tu potrai farlo venerdì quando tocca a te non avere lezione”.
E ricordate: proprio come nessun cuoco prepara due piatti esattamente identici, l’equità genitoriale non significa trattare tutti allo stesso modo, ma dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno per crescere felice (anche se a volte questo significa che uno riceve più aiuto nei compiti mentre l’altro più supporto nello sport!).
Come diceva saggiamente il professor Jensen nel suo studio: l’obiettivo non è essere genitori perfetti, ma genitori sufficientemente consapevoli da far sentire ogni figlio amato nella sua unicità. In fondo, è un po’ come preparare il caffè: ognuno lo prende diverso, ma l’importante è che sia fatto con cura! ☕️
Conclusione: verso una genitorialità più consapevole
Il messaggio chiave non è che il favoritismo sia inevitabile, ma che sia naturale e gestibile. Come dice il professor Jensen, principale autore dello studio APA: “Non si tratta di eliminare le preferenze, ma di assicurarsi che tutti i figli si sentano amati e supportati”.
E voi, che tipo di dinamiche avete osservato nella vostra famiglia? Ricordate: la consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento. E sì, potete anche ammettere di essere stati il figlio preferito… prometto che non lo dirò a vostro fratello! 😉
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Bibliografia
Jensen, A. C., Jorgensen-Wells, M. A. (2025). Parents Favor Daughters: A Meta-Analysis of Gender and Other Predictors of Parental Differential Treatment, Psychological Bulletin. https://doi.org/10.1037/bul0000458
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