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pensa forse sei
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Problemi di coppia

Quante volte ci siamo trovati a desiderare il partner “perfetto”? La ricerca scientifica ci mostra che questa aspirazione è non solo irrealistica, ma potenzialmente dannosa. Il Dr. John Gottman, nei suoi studi trentennali sulle coppie, ha dimostrato che anche le relazioni più felici hanno in media 10 aree di conflitto irrisolvibili. Non è l’assenza di difetti a determinare il successo di una relazione, ma la capacità di accettarli e integrarli nel tessuto della vita condivisa.

Il Paradigma Wabi Sabi nell’Amore

Nel mio studio, tengo una piccola tazza giapponese con una sottile crepa riparata in oro. Quando mi chiedono della sua storia, rispondo che quella tazza racconta molto più di quanto sembri: è l’incarnazione del Wabi Sabi, un concetto che ha rivoluzionato non solo la mia pratica clinica, ma la comprensione stessa della natura umana.

Il Wabi Sabi (侘寂) rappresenta una filosofia di vita giapponese che trascende la semplice definizione linguistica. Come evidenziato dagli studi antropologici, si compone di due elementi:

Wabi (侘):

  • L’accettazione della semplicità
  • La bellezza dell’imperfezione naturale
  • La ricchezza della sobrietà

Sabi (寂):

  • La patina del tempo
  • La dignità dell’invecchiamento
  • La profondità che solo l’esperienza può conferire

La Dimensione Psicologica

Nella mia esperienza clinica, ho osservato come il Wabi Sabi offra un framework terapeutico sorprendentemente efficace. Consideriamo il caso di Elena:

“Elena, una perfezionista cronica, soffriva di ansia debilitante. Durante una seduta, mentre osservava la mia tazza crepata, qualcosa è scattato nella sua mente. ‘Se quella crepa può essere bella,’ ha detto, ‘forse anche le mie imperfezioni possono avere un valore.'”

Il Wabi Sabi ci insegna a vedere la bellezza nell’imperfezione. Immaginate un antico vaso giapponese con una crepa riparata in oro: non nasconde il danno, ma lo celebra come parte della sua storia. Allo stesso modo, le “crepe” nelle nostre relazioni possono diventare preziose linee dorate che raccontano la nostra crescita insieme.

La Metafora del Vaso Kintsugi

Il concetto giapponese del Kintsugi (金継ぎ) – l’arte di riparare le ceramiche rotte con oro liquido – ci offre una metafora potente per comprendere il Wabi Sabi nell’amore. Come scrive Arielle Ford nel suo illuminante testo, quando un vaso si rompe, anziché nascondere le crepe o peggio ancora gettarlo via, gli artigiani giapponesi le evidenziano con oro puro, creando così un oggetto ancora più prezioso e unico di prima.

Applicazione nelle Relazioni:

  1. La Trasformazione delle Ferite
  • Quando una coppia attraversa una crisi, questa può diventare un’opportunità di crescita
  • Le “riparazioni” rafforzano il legame, creando una storia unica e irripetibile
  • Le cicatrici relazionali, come l’oro nel Kintsugi, possono diventare i punti più luminosi della relazione
  1. Il Valore dell’Imperfezione Condivisa Come evidenziato da un caso clinico particolarmente illuminante:

Maria e Giovanni si presentarono nel mio studio profondamente frustrati dalle loro differenze. Lei, perfezionista e organizzata; lui, creativo e caotico. Attraverso il paradigma Wabi Sabi, hanno imparato a vedere come proprio queste differenze creassero un equilibrio dinamico nella loro relazione.

Le Tre Dimensioni del Wabi Sabi Amoroso

  1. Accettazione Attiva
  • Non una rassegnazione passiva, ma un’apertura consapevole
  • Riconoscimento che le imperfezioni sono parte integrante dell’unicità della relazione
  1. Trasformazione Alchemica
  • Come l’oro nel Kintsugi, le difficoltà vengono trasformate in opportunità
  • Le differenze diventano complementarietà anziché motivi di conflitto
  1. Celebrazione dell’Autenticità
  • Valorizzazione delle peculiarità individuali
  • Creazione di una narrazione condivisa che integra le imperfezioni

Esercizio Pratico: Il Diario delle Crepe Dorate

Invito le coppie a tenere un diario dove annotare:

  • Le “imperfezioni” che inizialmente creavano attrito
  • Come queste caratteristiche si sono rivelate preziose nel tempo
  • I momenti in cui le differenze hanno arricchito la relazione

L’esercizio del diario si basa sul principio psicologico della risignificazione, dove trasformiamo la percezione delle “imperfezioni” attraverso la riflessione consapevole e la documentazione sistematica. Vediamo come strutturarlo in modo efficace:

Per iniziare, suggerisco di dedicare 15-20 minuti ogni sera a questo esercizio, preferibilmente insieme al partner. Ecco come procedere passo dopo passo:

Prima fase – Identificazione delle “Imperfezioni” In questa sezione del diario, descrivete con onestà ma senza giudizio i comportamenti o le caratteristiche che inizialmente creavano tensione. Per esempio, potreste scrivere: “Marco lascia sempre i vestiti sparsi per la camera” oppure “Sofia parla costantemente al telefono durante la cena”. È importante usare un linguaggio descrittivo piuttosto che accusatorio.

Seconda fase – Trasformazione della Prospettiva Qui esplorate come queste stesse caratteristiche si sono rivelate preziose in determinate situazioni. Per esempio: “La tendenza di Marco a essere disordinato riflette la sua capacità di vivere il momento presente senza rigidità” oppure “L’attitudine di Sofia alla comunicazione costante ci mantiene sempre ben connessi con famiglia e amici”.

Terza fase – Documentazione dell’Arricchimento In questa parte, descrivete situazioni concrete in cui le vostre differenze hanno creato qualcosa di positivo che non sarebbe stato possibile se foste stati identici. Per esempio: “Il suo essere metodico e il mio essere spontanea ci ha permesso di organizzare una festa perfetta: lui ha curato tutti i dettagli pratici mentre io ho creato un’atmosfera accogliente e rilassata.”

Per massimizzare l’efficacia dell’esercizio, suggerisco di:

  1. Scrivere quando siete in uno stato d’animo sereno e riflessivo
  2. Rileggere periodicamente le annotazioni precedenti per osservare i progressi
  3. Condividere le scoperte più significative con il partner
  4. Celebrare insieme i momenti in cui le differenze hanno creato sinergia

Un aspetto particolarmente potente di questo esercizio è come attiva il “muscolo” della gratitudine. La neuroscienza ci mostra che quando pratichiamo regolarmente la gratitudine, specialmente verso aspetti che prima consideravamo negativi, creiamo nuovi percorsi neurali che facilitano una visione più positiva e integrata della relazione.

È importante notare che questo non è semplicemente un esercizio di “pensiero positivo”. Si tratta invece di sviluppare una comprensione più profonda e sfumata della dinamica di coppia, riconoscendo come anche gli elementi apparentemente problematici possano contribuire alla ricchezza unica della vostra relazione.

Col tempo, questo diario diventa non solo un registro di trasformazione, ma anche una risorsa preziosa nei momenti di difficoltà, ricordandovi come avete già trasformato precedenti sfide in opportunità di crescita.

Ricordate: l’obiettivo non è eliminare le tensioni, ma imparare a vederle come parte integrante del tessuto ricco e complesso della vostra relazione, proprio come le venature dorate che riparano un vaso prezioso nella tradizione del kintsugi.

La Neurobiologia dell’Accettazione

Recenti studi di neuroimaging hanno dimostrato che quando pratichiamo l’accettazione consapevole, l’amigdala (centro della paura) si calma mentre si attiva la corteccia prefrontale, sede del pensiero razionale. Questo ci permette di rispondere alle irritazioni quotidiane con maggiore equilibrio emotivo.

L’accettazione consapevole è una pratica molto interessante che trova le sue radici nella filosofia buddhista e nelle tecniche di meditazione orientali, ma che recentemente ha trovato conferme anche da un punto di vista neuroscientifico. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e come funziona a livello cerebrale.

Innanzitutto, cos’è l’accettazione consapevole? In sostanza, significa osservare e accettare i propri pensieri, emozioni e sensazioni senza giudicarli, senza cercare di cambiarli o evitarli. Questo atteggiamento di apertura e non reattività ci permette di rapportarci in modo più equilibrato agli eventi, anche quelli spiacevoli o stressanti.

Ora, grazie alle moderne tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), possiamo vedere cosa succede nel cervello quando pratichiamo l’accettazione consapevole. Ed emergono dati molto interessanti:

  1. Si è visto che l’amigdala, una struttura profonda del cervello coinvolta nelle reazioni di paura e ansia, si “calma”, cioè riduce la sua attività. Questo spiega perché l’accettazione consapevole ci aiuta a gestire meglio le emozioni negative.
  2. Allo stesso tempo, si attiva maggiormente la corteccia prefrontale, in particolare l’area dorsolaterale. Questa regione è implicata nelle funzioni esecutive superiori come il ragionamento, la pianificazione, il controllo degli impulsi. Quindi praticare l’accettazione consapevole potenzia il pensiero razionale e la regolazione emotiva.
  3. Infine, aumenta anche la connettività funzionale tra queste due aree, cioè il “dialogo” tra la parte emotiva e quella razionale del cervello. Ciò favorisce una migliore integrazione tra mente e corpo, pensieri e sensazioni.

In sintesi, con l’accettazione consapevole riusciamo a osservare da una certa distanza ciò che proviamo, senza esserne sopraffatti. Ciò ci permette di gestire con maggiore equilibrio le difficoltà quotidiane e lo stress. Ed è bello vedere come queste antiche intuizioni trovino oggi conferme tangibili nel funzionamento del nostro cervello!

Dal Giudizio alla Curiosità

Un elemento fondamentale dell’approccio Wabi Sabi è il passaggio dal giudizio alla curiosità. Quando giudichiamo i comportamenti del partner come “sbagliati”, creiamo distanza e conflitto. Etichettiamo l’altro, lo mettiamo in una scatola, senza realmente ascoltare e comprendere le sue motivazioni più profonde. È un atteggiamento che porta a chiusura e irrigidimento.

Invece, come suggerisci, possiamo scegliere la via della curiosità. Chiederci con mente aperta: “Cosa mi sta comunicando questa persona attraverso quel comportamento? Quale bisogno o vulnerabilità sta esprimendo?” Questo ci permette di andare oltre la superficie, di entrare in empatia, di conoscere veramente l’altro.

La curiosità nasce dal desiderio di capire, non di accusare. Ci porta a fare domande, ad approfondire il dialogo, a metterci nei panni dell’altro. È un atteggiamento di apertura e accoglienza, che crea lo spazio per risolvere i conflitti e trovare soluzioni creative.

Non è sempre facile passare dal riflesso del giudizio alla scelta della curiosità. Richiede consapevolezza, pazienza con noi stessi, la volontà di rallentare e ascoltare davvero. Ma è un cambio di prospettiva che può fare la differenza nel nutrire relazioni mature e appaganti.

5. La Resilienza Relazionale

Il concetto Wabi Sabi ci insegna che le relazioni più forti non sono quelle che evitano i conflitti, ma quelle che li attraversano mantenendo la connessione emotiva. Come un bambù che si piega ma non si spezza, la flessibilità emotiva è la chiave della longevità relazionale.

Quando il vento soffia con forza, il bambù si piega, asseconda il movimento, ma non si spezza. Allo stesso modo, le coppie che durano nel tempo non sono quelle che vivono un’assenza di conflitti (cosa praticamente impossibile), ma quelle che sanno piegarsi senza spezzarsi di fronte alle difficoltà.

Ma cosa significa in concreto mantenere la connessione emotiva durante un conflitto? Significa rimanere in ascolto dei sentimenti dell’altro, anche nel mezzo della tempesta. Significa esprimere i propri bisogni e vulnerabilità in modo autentico, senza aggressività né passività. Significa ricordarsi, anche nei momenti di rabbia o frustrazione, che il partner non è il nemico da sconfiggere ma l’alleato con cui trovare soluzioni.

Non è facile cultivare questa flessibilità emotiva. Richiede un profondo lavoro su di sé, sulla propria capacità di regolare le emozioni intense, di non reagire impulsivamente, di mantenere la lucidità e l’empatia anche sotto stress. È una vera e propria forma di allenamento, come sviluppare un “muscolo” della resilienza relazionale.

D’altra parte, le coppie rigide, che vedono il conflitto come qualcosa da evitare a tutti i costi, rischiano di accumulare tensioni irrisolte che prima o poi esplodono. O ancora, rischiano di appiattire il rapporto in una dinamica di superficialità e distanza emotiva. La “corazza” che dovrebbe proteggerle in realtà impedisce l’intimità e la crescita.

Ecco perché imparare ad attraversare i conflitti, anziché temerli, è un passaggio cruciale per la longevità di una relazione. È nel fuoco delle difficoltà che si tempra il legame, che si approfondisce la conoscenza reciproca, che si impara a fare squadra nonostante le diversità. Proprio come per il bambù, è la capacità di piegarsi che permette di non spezzarsi.

Certo, questo non significa cercare il conflitto a tutti i costi o drammatizzare ogni disaccordo. Ma quando le tensioni si presentano (e si presenteranno!), l’invito del Wabi Sabi è di accoglierle come opportunità di crescita, di usarle per rinforzare anziché erodere la connessione di coppia.

È una prospettiva che ribalta il comune modo di vedere le cose. E che offre una chiave preziosa per costruire relazioni solide e durature, capaci di resistere alle intemperie della vita. Una lezione di resilienza che possiamo portare non solo nelle relazioni di coppia, ma in tutti i legami significativi della nostra esistenza.

Conclusione: L’Imperfezione come Dono

L’amore Wabi Sabi non è rassegnazione, ma celebrazione consapevole dell’unicità di ogni relazione. Ricordate: non esistono coppie perfette, esistono coppie autentiche che hanno imparato a danzare con le loro imperfezioni.

Ecco alcuni suggerimenti pratici per iniziare ad applicare i princìpi del Wabi Sabi nella vita di coppia:

  1. Praticare la gratitudine specifica: Ogni giorno, dedicate 5 minuti a riflettere e condividere qualcosa di specifico che apprezzate dell’altro. Può essere un gesto gentile, una qualità del carattere, un talento particolare. L’importante è andare oltre un generico “ti amo” ed esprimere gratitudine per dettagli concreti. Ad esempio: “Oggi sono grata per come mi hai ascoltato con pazienza mentre sfogavo le mie frustrazioni sul lavoro. Il tuo supporto significa molto per me.” Questo esercizio vi allena a notare e valorizzare le piccole cose che rendono unico il vostro legame.
  2. Tenere un “diario delle imperfezioni preziose”: Create un quaderno o un documento condiviso dove annotare quei momenti in cui le “imperfezioni” dell’altro si sono rivelate in realtà una benedizione. Magari la sua testardaggine ti ha spinto a perseverare in un progetto importante, o la sua emotività ti ha insegnato ad essere più in contatto con i tuoi sentimenti. Questo diario vi ricorderà che spesso sono proprio le caratteristiche “scomode” a farci crescere e ad arricchire la relazione. Sfogliarlo nei momenti difficili vi aiuterà a ritrovare la prospettiva Wabi Sabi.
  3. Condividere regolarmente momenti di vulnerabilità: Scegliete un momento della settimana (ad esempio la domenica sera) in cui vi dedicate a condividere in modo aperto e autentico qualcosa che vi rende vulnerabili. Può essere una paura, un dubbio su voi stessi, un episodio imbarazzante. Lo scopo non è cercare rassicurazioni, ma mostrare all’altro la vostra umanità imperfetta e creare uno spazio di accettazione reciproca. Questi momenti di condivisione onesta sono potenti per approfondire l’intimità e la fiducia nella coppia.
  4. Celebrare i “difetti” che vi rendono unici: Organizzate una cena o un rituale in cui elencate e festeggiate scherzosamente quei “difetti” che in realtà sono parte integrante della vostra identità di coppia. Magari la vostra incapacità di seguire le mappe vi ha portato a scoprire luoghi meravigliosi durante un viaggio, o la vostra diversa relazione col tempo (uno sempre in ritardo, l’altro sempre in anticipo) crea la giusta sinergia. L’idea è di abbracciare con ironia e leggerezza quelle caratteristiche che, pur creando a volte attrito, sono anche il segno distintivo del vostro essere “voi”. Questo esercizio nutre la complicità e vi insegna a prendere meno sul serio i reciproci limiti.

Questi sono solo alcuni spunti per iniziare a portare la filosofia Wabi Sabi nella vita quotidiana della coppia. L’invito è di sperimentare con curiosità, adattando e personalizzando le pratiche in base alle vostre inclinazioni e al vostro stile relazionale.

Ricordate che il cambiamento richiede tempo e costanza. Non scoraggiatevi se all’inizio questi esercizi possono sembrare forzati o poco naturali. Con la pratica, diventeranno parte integrante del vostro modo di vivere la relazione.

L’importante è mantenere un atteggiamento di apertura e di gentilezza verso se stessi e l’altro. Il Wabi Sabi è prima di tutto un invito a rallentare, a far spazio alla vulnerabilità, a valorizzare l’imperfetto e l’incompiuto. È un percorso di consapevolezza che può portare grande arricchimento non solo alla coppia, ma a tutti gli aspetti della vita.

Non esistono ricette magiche o risultati garantiti, ma ogni passo verso una maggiore accettazione e autenticità è di per sé una piccola rivoluzione. Vi auguro di trovare nella filosofia Wabi Sabi uno stimolo per coltivare un amore più maturo, profondo e resiliente. Un amore che abbraccia le ombre e le rughe della vita come parte integrante della sua bellezza.

Come sempre, sono qui per accompagnarvi in questo viaggio di scoperta e crescita.

Dr. Psicoo

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